Perle di consulenza di comunicazione interpersonale

La strategia di comunicazione e la sapienza del consulente di comunicazione, prevede la cura e lo studio della comunicazione interpersonale e della propria immagine. Per questo riportiamo uno studio particolarmente interessante sulla comunicazione interpersonale effettuato dall'Università di Siena.
La comunicazione interpersonale consente il rapporto con gli altri, sia a livello intellettuale che emotivo. Oltre che verbalmente, infatti, si può comunicare utilizzando lo sguardo, le espressioni del volto, la tonalità della voce, i movimenti, le posizioni ed i gesti del corpo, il modo di vestire.Per raggiungere un efficace obiettivo comportamentale durante la comunicazione visiva è opportuno seguire alcuni accorgimenti:guardare gli altri con fermezza e sincerità: il contatto visivo nella comunicazione individuali ha una durata media che oscilla tra i 5 e i 15 secondi, mentre quando si parla ad un gruppo il contatto dovrebbe avere una durata di 4-5 secondi per ciascun soggetto;spesso il prolungato contatto con gli occhi di un interlocutore può creare forme di agitazione o di disagio mentre si parla. In questi casi bisogna sforzarsi di guardare la persona al centro della fronte, poco sopra i suoi occhi. L’interlocutore penserà di essere fissato, mentre si è distaccati dal suo sguardo. Questo piccolo stratagemma può aiutare ad essere meno intimiditi e a limitare il coinvolgimento emotivo. L’espressione facciale può incidere notevolmente sulla qualità e la riuscita di un processo comunicativo, quindi merita particolare attenzione. Sarebbe bene:mostrarsi sempre aperti e amichevoli;curare i gesti e le espressioni del volto: la comunicazione efficace presuppone la maggiore naturalezza possibile dell’espressione del viso;imparare a sorridere, in maniera naturale. La voce assume una particolare importanza comunicativa, specialmente quando non è visibile l’interlocutore, per esempio nel caso di una comunicazione telefonica o di un discorso pronunciato alla radio.
Ecco alcuni consigli utili:
usare la varietà vocale, ossia evitare una pronuncia monotona;eliminare le non-parole, per esempio “uhm, evvero, ok, allora, insomma” spesso usate quando non si hanno parole da dire;usare bene le pause durante le discussioni (sono molto più efficaci delle non-parole);fare attenzione alla scelta dei vocaboli (soprattutto nel rapporto medico-paziente è bene usare sempre parole chiare e appropriate in modo che il paziente possa comprenderle con facilità).Il modo con il quale ci si muove può servire sia a comprendere il carattere di una persona che a porsi, in modo convincente in relazione con gli altri. Quindi sarà bene:fare sempre attenzione al linguaggio del corpo, selezionando con cura i propri movimenti;stare sempre eretti, evitando di piegarsi o di stare troppo rigidi;trovare la posizione giusta, muovendosi sempre con naturalezza e semplicità.Parlando a una persona o a un gruppo si mette in campo una delle maggiori potenzialità della comunicazione verbale: il coinvolgimento. Più un ascoltatore è coinvolto dall’argomento di discussione, maggiore è l’efficacia del messaggio comunicativo.
A cura di Antonio AlfanoDirigente Medico di Sanità PubblicaUniversità degli Studi di Siena

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