Disposizione ideale per esprimere il massimo della propria energia a lavoro
Negli ultimi anni si sta diffondendo la consapevolezza che la qualità dei luoghi influisce in modo determinante sulla qualità della vita. Questa accresciuta sensibilità si deve ad una molteplicità di cause. Chiunque vede che è andata crescendo l'attenzione della gente comune verso "lo spazio": lo spazio aperto dell'ambiente naturale e, ancor più, lo spazio concluso dell'ambiente domestico e dell'ambiente di lavoro, sia esso luogo di produzione, vendita o altro.
I concetti di wellness, portato dall'ormai quarantennale mega trend della New Age, le tendenze del cocooning e del nesting, vale a dire i ritrovati bisogni di sicurezza, protezione, calore, affetto e benessere, il desiderio di ritrovare un bozzolo o un nido che ci accolga e protegga, stanno sempre più informando le scelte progettuali degli spazi in cui abitiamo. Sempre più spesso si lavora a casa (working from home) o si adatta l'ufficio personalizzandolo come una casa (homing from work).
Allora: quali caratteristiche formali, visive, sensoriali in generale, deve avere un luogo perché possa influenzare, migliorandola, la qualità della nostra vita, e in particolare del nostro lavoro, migliorando al tempo stesso le nostre performance e quelle delle persone che lavorano con noi ?
Ormai molti conoscono il caso della J. Walter Thompson, la famosa agenzia di pubblicità, che ha rinnovato la propria sede anche secondo le indicazioni del "feng shui": l'antica arte cinese di disporre l'architettura e gli arredi rispetto al sole, al paesaggio e alle energie terrestri.
Un secondo caso noto riguarda E.Tree, la web factory trevigiana, che si definisce "no sleep company", nei cui spazi, ben recuperati all'interno di una vecchia architettura industriale abbandonata, i giovani dipendenti possono trovare una palestra, il ping pong, i letti per riposare e perfino un giardino zen.
Intorno a queste che possiamo considerare vere e proprie case history, vale la pena di far emergere una vera e propria tendenza, nominare aziende avanzate, che si stanno muovendo per trasformare il luogo in cui trascorrere il tempo del lavoro orientandolo anche al benessere della persona, a quella sorta di atteggiamento "ludico produttivo", simile a quello del gioco, in cui riusciamo ad applicare la massima concentrazione e partecipazione emotiva in ciò che stiamo facendo.
Alle valenze emotive del luogo di lavoro dobbiamo aggiungere l'impatto che la tecnologia ha avuto sui processi di produzione.
Fino agli anni '80 nelle aziende avanzate l'ufficio era organizzato per ospitare tutti i dipendenti ed esercitare un'azione di controllo sulla produttività dell'individuo. All'interno di grandi open space, le isole operative assegnavano ad ogni persona un piccolo territorio che ognuno difendeva con attaccamento ferino. Nessuna considerazione si dava alla vivibilità del luogo di lavoro.
Negli anni '90 la diffusione dell'Information Technology ha valorizzato le competenze più avanzate, consentendo allo stesso tempo che ogni livello aziendale potesse accedere via cavo ad un sistema informatico centrale, remoto, sviluppato sulle esigenze dell'utente. Si diede così l'avvio ad un processo di sviluppo e di dislocazione di una rete di competenze specializzate, con la conseguente dispersione di persone verso aree territoriali specializzate, nella produzione, nella creatività, nel design, consulenze e così via. L'azienda ricorre sempre più all'out sourcing e si trasforma progressivamente in una sorta di organismo collettore e distributore di semilavorati materiali, creativi e intellettuali, realizzati da piccole unità iperspecializzate che possono operare da casa, senza impegnare l'azienda in costosi investimenti immobiliari.
Ora è chiaro che le conseguenze sullo spazio del lavoro sono rilevanti: basti pensare che dal 1975 lo spazio aziendale è sceso da 35 a 16 metri quadri pro capite. E molto differenti sono le attività svolte all'interno di questo piccolo spazio.
Proviamo a rappresentare sinteticamente le 4 principali tipologie di attività, secondo la classificazione della DEGW società internazionale di Architecture Consultancy, partendo dal contenuto di autonomia e di interazione tra individui che queste prevedono nel corso del loro svolgimento.
A) Bassa interazione / Bassa autonomia Ufficio Alveare:
caratterizzato da lavoro individuale per lo più routinario con basso livello di interazione e basso livello di autonomia. Le postazioni sono generalmente uniformi all'interno di open space. Vi ritroviamo tipicamente le attività di amministrazione e contabilità, televendita, informatica di base.
B) Bassa interazione / Alta autonomia Ufficio Cella:
tipico di attività che richiedono concentrazione (autonomia) e bassa interazione. Gli spazi sono generalmente isolati individualmente all'interno di grandi open space. Adatti ad attività legali, di consulenza, di management.
C) Alta interazione / Bassa autonomia Ufficio Tana:
adatto al lavoro di gruppo con scarsa autonomia. Lo spazio è progettato per lavorare in team, comprende spazi per riunioni, per lavori su progetti multicompetenza. Adatti alle attività di redazione nell'editoria e in televisione e ai lavori collegiali in generale.
D) Alta interazione / Alta autonomia Ufficio Club:
tipici del lavoro intellettuale e creativo caratterizzato da un'organizzazione molto autonoma ed interattiva, che alterna la presenza in ufficio, il lavoro presso il cliente o a casa e la condivisione delle informazioni con il gruppo. Riconosciamo l'organizzazione tipica delle agenzie di pubblicità, molte società di consulenza, società di ricerche e una buona parte delle aziende della new economy.
Ognuna di queste tipologie può essere trattata nei suoi aspetti polisensoriali, con costi contenuti, al fine di migliorare l'efficienza nell'utilizzo degli spazi e l'efficacia nell'utilizzo delle risorse umane. L'ufficio deve essere ripensato come habitat per le persone che lo popolano. Come un habitat, deve possedere un suo equilibrio visivo, cromatico, formale, materico/tattile e anche audio. L'attenzione agli aspetti sensoriali porta come prima conseguenza una razionalizzazione degli spazi ed una maggiore economicità. Ma in che modo operare e quali leve muovere? Possiamo ora tornare ai contenuti operativi del nostro discorso. Come possiamo trattare gli spazi e conseguentemente accrescere la qualità della vita sul lavoro? Come accrescere la creatività e la produttività agendo attraverso i colori, le forme e la distribuzione degli spazi? Alternare campiture bianche e colori più o meno accesi, caldi o freddi, può promuovere determinati atteggiamenti anziché altri. Lo stesso si può affermare delle combinazioni di forme stondate o geometriche, leggere o pesanti.
A Cura di: Architetto Domenico Fucigna
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