Addio ad Ansano Giannarelli. Omaggio ad un artista cinematografico

Il maestro Ansano Giannarelli si è spento a Roma il 26 agosto 2011 e la redazione di www.laweb.tv, voluto rendergli omaggio.

Ansano nasce a Viareggio il 10 giugno 1933; regista e sceneggiatore italiano, inizia a lavorare nel cinema come segretario di edizione nel film Un eroe dei nostri tempi e assistente regista volontario di Mario Monicelli (Totò e Carolina, 1955), poi realizza una serie di documentari, come uno dei più preparati registi Italiani, dove è prevalente la tematica dell'impegno civile e sociale, ha lavorato con Cesare Zavattini ,come co-regia, alla realizzazione del suo primo lungometraggio.
Ha dato un grosso contributo alla memoria collettiva della resistenza attraverso film sull’antifascismo già agli inizi degli anni 60
Già in quel periodo Giannarelli realizza moltissimi cortometraggi, molti dei quali documentari nel senso pieno del termine, altri che “documentano” sicuramente, ma sono “ricostruzioni” con l’intervento del regista la “non fiction”, in questo e non solo è stato anticipatore di numerose soluzioni pratiche ed espressive, quella per esempio della tipologia “docu-fiction” che oggi siamo abituati a vedere in trasmissioni televisive scientifiche come Quark o Voyager.
Giannarelli non ha mai inteso il lavoro nel documentario / cortometraggio come tappa, come una preparazione al lungometraggio, ma piuttosto come scopo e funzione autonomi, esauriti in se stessi, obbiettivi intrinseci del proprio lavoro.
Il cinema a tutti e di tutti con uno spettatore attivo partecipe nei confronti dell’opera filmica qualsiasi genere questa fosse, la macchina da presa istantanea diviene lo strumento attraverso il quale indagare alcuni aspetti della realtà in maniera critica, moderna ed intelligente. Il protagonista / uomo comune, lo schermo nella casa, il linguaggio liberato da rigide regole di sintassi, il cinema povero questi alcuni dei capisaldi su cui si basava.
Nel suo cinema cerca l’interesse dello spettatore, diverso da quello spettacolare o industriale, lontano dal solo successo del “botteghino” o sull’auto celebrazione basata su premi e critiche, per questo crea insieme a Pietro Nelli una propria struttura di produzione la Reiac Film.
I suoi film dunque non solo esigono una lettura attenta e soprattutto attiva, ma fuori dagli schemi abituali, sono sempre caratterizzati da elementi nuovi e sperimentali.
ed ha diretto oltre 40 film, cartoni animati, video industriali, corto e medio metraggi, tra cui ricordiamo solo alcuni

1960 - 16 ottobre 1943
Ricostruzione simbolica di due episodi della persecuzione antisemita a Roma. Filma con documenti fotografici storici relativi ai crimini nazisti ed interpreti che vissero realmente la vicenda in prima persona
(Candidato all' Oscar per il cortometraggio, 1961; attestato di merito per la fotografia in bianco/nero al Nastro d'argento, 1961)

1963 - I misteri di Roma
Una giornata passata dall’alba al tramonto nella Roma degli anni 60 con interviste improvvisate alla gente per strada e la vita vissuta senza filtri
il primo lungometraggio (un film ad episodi da Cesare Zavattini e diretto da numerosi registi coordinati dallo stesso Zavattini.)

1966
Diario di bordo
(Nastro d'argento, 1967; 4° premio e Coppa per il miglior film televisivo alla VIII Rassegna del Film Industriale di Lisbona, 1967).
Tokende: il mio cuore in Africa
(Medusa d'argento al X Premio dei Colli di Este, 1969)

1968-69
Sierra Maestra
Anche se riceve uno straordinario successo di critica si scontrerà in seguito con l’immensa barriera del mercato (Selezione ufficiale della XXX Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, 1969; Laceno d'oro, 1969; Noce d'oro, 1970; Premio della contestazione al Festival di Nyon, 1970)

1971-72
Non ho tempo
Soggetto liberamente tratto dal libro "Tredici ore per l'immortalità" di Leopold Infeld, su Évariste Galois, matematico francese e sulla breve esistenza e la misteriosa fine. Il film fu trasmesso in tre puntate dalla RAI nel 1977 sicuramente uno dopo un incredibile attesa, per la proiezione, si affermerà come uno dei lungometraggi televisivi più belli ed originali realizzati in Italia negli anni Settanta
Fu presentato nella versione cinematografica alla Settimana Internazionale della Critica del 26° Festival di Cannes nel 1973

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